Sul grande web le piccole cose contano molto
giovedì 14 aprile 2016
Anno VIII n. 15
Giubileo della misericordia per il
mondo universitario
Sulla prima pagina de
"il Ticino" nelle parrocchie della diocesi di Pavia e nelle edicole
di tutta la provincia da venerdì 15 aprile, il titolo della copertina è
"L'abbraccio del Papa a Gabriele, uno di noi. 'il Ticino' a Roma da Papa
Francesco per il Giubileo dei Settimanali Cattolici". Al tema sono
dedicate due pagine all'interno del giornale, con servizi e foto.
Raccogliendo una serie
di articoli usciti su Avvenire, Luigino Bruni ha dato alle stampe per i
tipi delle EDB Le imprese del patriarca. In questi suoi scritti il
professore ordinario di Economia politica all’Università Lumsa di Roma rilegge
il libro della Genesi con l’intento “di far dire anche parole economiche e
civili contemporanee a quegli antichi testi” e offrire “nuove
riflessioni da affidare all’economia di oggi”. “In un’epoca nella quale
le nostre parole sono stanche, non parlano più perché logore - scrive
l’economista - occorre mettersi in viaggio in cerca di parole più grandi di
noi e della nostra età”, affermando che quelle della Bibbia possono dirci
ancora molto. Non potendo passare in rassegna tutte le ventiquattro
riflessioni, diamo solo alcuni “assaggi” nel tentativo di far percepire la
qualità e la bontà del lavoro Luigino Bruni. Nei tre capitoli della Genesi
dedicati alla figura di Adamo interessante è la riflessione sul serpente (“il
più intelligente degli animali creati”), in cui l’economista scrive che “non
tutti gli usi delle intelligenze sono per la vita e per il bene” poiché “siamo
circondati da gente che usa gli abbondanti doni dell’intelligenza per
distruggere, evadere il fisco, sedurre e sfruttare i deboli, truffare,
perfezionare le slot machine, migliorare l’efficienza delle mine anti-uomo”,
avvertendo che “riuscire a distinguere le intelligenze del serpente da
quelle buone della vita è arte fondamentale e difficilissima del vivere”.
Luigino Bruni si sofferma sul fratricidio di Caino (“Abele è ancora vivo
nelle vittime della storia, rivive ogni volta che viene ucciso un innocente, un
mite, un non-violento”), sulla vicenda di Noè (“la prima grammatica di
ogni autentica vocazione è la costruzione di un’arca, cha dà contenuto e verità
a quella chiamata personale” proprio come chi “fa nascere una
cooperativa, un’impresa, un sindacato, un’associazione, un movimento politico …
forma e custodisce una famiglia, un figlio, un mestiere, riesce a portare
lungamente una croce feconda”) e quella della torre di Babele che “racchiude
una critica radicale a ogni impero, e quindi al potere che non è usato per
salvare” e l’invito “a non cadere nelle trappole del «comunitarismo»,
rinchiusi dentro mura custodi di non-diversità”. In un passaggio Luigino
Bruni osserva che “la lettura più vera di ogni pagina della Bibbia è sempre
la prima – e ogni lettura feconda deve essere fatta come se fosse la prima –,
quando si leggono questi testi rivivendo, incarnando, l’esperienza dei suoi
protagonisti”. E con questo metodo rilegge la storia di Abramo, Sara, Agar,
Giacobbe, Esaù, quella di Giuseppe rilevando che la parola «mercato» compare la
prima volta nella compravendita da parte di Abramo della tomba per la moglie
Sara, il termine «profitto» fa il suo esordio quando Giuseppe è venduto dai
fratelli, il primo riferimento a «salario» è legato a Giacobbe che lavora sette
anni per avere in sposa Rachele. Luigino Bruni fa notare come, a volte, “nella
lettura della Bibbia una tentazione ricorrente e fatale è quella di tenere solo
le pagine luminose e scartare quelle buie”; la cruda storia di Dinah (la
figlia di Giacobbe rapita e violentata da Sikèm) dimostra come ci sono “anche
pagine dell’umano, tanto desolanti quanto frequenti e ordinarie della storia,
possono però nascondere tra le righe messaggi di vita”. Tra le tante
“imprese” rilette e commentate da Bruni, vorremmo infine citare quella che vede
protagonista Giuseppe nella casa dell’ufficiale egiziano Potifàr in cui si
parla della lealtà. Di questa virtù poco praticata ai nostri giorni,
l’economista sottolinea che “è sempre costosa, e si traduce spesso in un non
fare: anche per questo è difficile da vedere” e soprattutto “la si vive,
non la si racconta”. La lettura de Le imprese del patriarca è una
bella e istruttiva catechesi laica; con competenza e passione Luigino Bruni
spiega perché “i protagonisti della Genesi ci sono vicini e ci parlano”
e possono insegnarci ancora molto “per migliorare la nostra vita e quella di
tutti”.
Luigino Bruni
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento