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giovedì 9 giugno 2016
Anno VIII n. 23
“Giorgio La Pira, Sindaco Santo”,
incontro in vescovado
“Gesù Cristo è il volto
della misericordia del Padre. Il mistero della fede cristiana sembra trovare in
questa parola la sua sintesi. Essa è divenuta viva, visibile e ha
raggiunto il suo culmine in Gesù di Nazareth” il quale “con i suoi gesti
e con tutta la sua persona rivela la misericordia di Dio”. Sono le parole
con le quali papa Francesco inizia la Bolla Misericordiae vultus. Enzo
Bianchi nel suo nuovo libro, L’amore scandaloso di Dio, ne offre una
spiegazione e un approfondimento. Prima di entrare nel vivo dell’argomento, il
priore della Comunità di Bose ricorda che la “svolta nella vita secolare
della chiesa cattolica” è stata attuata dal Concilio Vaticano II e la
misericordia “è il tema sul quale, questa svolta è stata più evidente”.
Citando gli interventi fatti dai Pontefici - da Giovanni XXIII a Francesco -,
Bianchi rileva che “il frutto di questo itinerario di presa di coscienza
dell’urgenza della misericordia” è l’indizione dell’Anno Santo
straordinario. Nel celebrare e vivere il Giubileo, scrive l’autore, “la
chiesa vuole dedicarsi più che mai ad assumere il ministero della misericordia,
a esercitare la misericordia sia al suo interno sia nel dialogo con il mondo,
dopo averla contemplata, invocata e ricercata in obbedienza alle sante
Scritture e alla tradizione ecclesiale”. Per tali ragioni Enzo Bianchi
invita a porsi “in adorante ascolto delle sante Scritture” e dedica il
primo capitolo “all’annuncio della misericordia nelle scritture”: dalla
rivelazione “più chiara e definitiva del Nome di Dio, nell’Antico
Testamento” fatta da Dio a Mosè, fino a Gesù che “porta a compimento con
atteggiamenti e parole questa immagine del Dio misericordioso”. Seguono tre
meditazioni su brani di Vangelo “in cui emerge con più forza la misericordia
di Dio”. La prima è sull’episodio noto come La donna adultera (Gv 8,
1-11). Dopo aver ricordato la storia “strana e particolare” della sua
collocazione nel quarto Vangelo, Bianchi rileva come la vicenda di “questa
donna adultera è strumentalizzata, perché ciò che interessa è mettere alla
prova Gesù”. Questo offre lo spunto all’autore per affermare che “questa
è una tentazione che prospera soprattutto tra gli uomini religiosi i quali,
ritenendosi osservanti e giudicandosi fedeli alla legge, si sentono autorizzati
ad assumere un ministero di condanna” e “ritenendosi dalla parte della
legge, si sentono sicuri, incaricati di condannare gli altri brandendo come
armi i valori religiosi e morali”. Enzo Bianchi commenta poi la parabola
del servo spietato (Mt 18, 23-35) rilevando come “siamo istintivamente
scandalizzati di fronte a questa scena, eppure nella nostra vita quotidiana
ripetiamo tale atteggiamento, soprattutto quando cominciamo a non perdonare
l’altro perché è lontano, perché non lo incontriamo”, ammonendo che “questo
insegnamento di Gesù sul perdono e sulla misericordia è lasciato ai cristiani
come insegnamento decisivo: se non lo si mette in pratica, se non lo si vive
concretamente, allora non ci si può dire cristiani”. In Misericordia non
compresa è presa in esame la parabola degli operai mandati nella vigna (Mt
20, 1-16). Commentando la reazione dei primi chiamati, il priore di Bose scrive
che “costoro ci rappresentano bene: quando infatti vogliamo affermare quella
che ci appare la giustizia, ci sentiamo carichi di autorità, alziamo la voce
per esprimere in modo anche duro la nostra convinzione”, facendo notare
come Gesù sceglie “una giustizia altra da quella prospettata e attuata dagli
uomini: una giustizia non retributiva né meritocratica”. Infine Bianchi “esamina
più da vicino chi è scandalizzato dalla misericordia vissuta e insegnata da
Gesù e chi invece è pronto ad accoglierla”, avvertendo che “non si
tratta di un puro esercizio analitico ma di una lettura che può servire per
meglio interpretare i nostri comportamenti quotidiani, di cui spesso non siamo
consapevoli”. Le riflessioni di Enzo Bianchi fanno capire bene il
significato cristiano della misericordia, il modo di viverla da parte di Gesù (“è
all’opposto di quello pensato dagli uomini religiosi, da noi!”) e possono
aiutare a compiere “passi importanti e decisivi nel cammino di conversione
personale e collettiva” proprio “sulla scia di quanto insistentemente
chiede papa Francesco”.
Enzo Bianchi
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