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venerdì 3 giugno 2016
Anno VIII n. 22
Sabato il mandato del Vescovo
Sanguineti agli animatori del Grest
Nella collana Reprint
le Edizioni Dehoniane stanno ripubblicando opere importanti del proprio
catalogo proponendole a prezzi contenuti; tra quelle finora uscite segnaliamo Il
Libro dei Salmi in tre volumi, commentati e attualizzati da Gianfranco
Ravasi. Da poco è stato pubblicato invece Come leggere un racconto biblico
di Jan Pierre Fokkelman, noto teorico della narratologia biblica ed esperto di
fama internazionale in lingue semitiche. Dopo aver ricordato che la Bibbia pur
essendo “il libro più letto del mondo non è necessariamente il libro letto
meglio”, l’autore afferma che in questo suo lavoro intende rivolgersi “a
tutti quelli che si interessano alla lettura della Bibbia ma che non conoscono
le lingue originali dell’Antico e del Nuovo Testamento” con lo scopo di
insegnare “un modo creativo di lettura”. Nel capitolo iniziale Fokkelman
fornisce indicazioni sulla struttura e la composizione della Bibbia e propone
subito un’esercitazione pratica su come leggere un racconto biblico
sottolineando che “ciò che dobbiamo imparare è leggere queste storie secondo
le loro regole e convenzioni, in un atteggiamento di rispetto, e mantenendo il
più possibile una vasta apertura mentale”. Nel successivo l’autore
introduce “alla vera e propria arte della lettura” analizzando due
elementi fondamentali della narrazione, la lingua e il tempo, e spiegando
perché “un testo comincia a funzionare solamente quando riceve attenzione;
senza un lettore un testo non può agire, non è altro che un’ombra silenziosa”.
Il docente di Letteratura classica ebraica all’Università di Leiden ricorda poi
l’importanza di “leggere la Bibbia nello scenario del suo tempo”
avvertendo che “è una meta nobile ma si tratta di un’impresa pericolosa,
dato che quello scenario non esiste più” e spiega i «trucchi» per diventare
buoni lettori: occorre “trovare un equilibrio con la consapevolezza del
nostro apporto e della nostra propensione a leggere nel testo cose inesistenti,
a modificarlo, a ingigantire significati specifici, e a lasciarci guidare dalla
nostra immaginazione”. Sono poi analizzati dodici racconti dell’Antico
Testamento dai quali l’autore trae “esempi con i quali intende chiarire e
vivificare le regole e i concetti dell’arte narrativa”; il tutto
corroborato da domande inerenti al racconto e al suo contesto. Parlando de Il
narratore e i suoi personaggi, Fokkelman spiega che “quando iniziamo a
leggere un racconto, abbiamo l’impressione di ascoltare una voce che ci parla”
e come “è difficile scoprire subito se i personaggi devono essere valutati
secondo le pure apparenze o se le loro parole corrispondono alla realtà”,
rilevando come nella Sacra Scrittura “quasi ogni parola pronunciata da un
personaggio è essenzialmente rilevatrice” e “la persona che parla è
totalmente coinvolta nell’argomento di cui si discute”. Prendendo sempre
spunto da episodi della Bibbia, l’autore si sofferma su “diverse
sfaccettature nella narrativa biblica” spiegando i suoi elementi: l’azione,
la trama, la ricerca dell’eroe, il tempo e lo spazio, le entrate e le uscite dei
vari personaggi (“se riusciamo a fare una divisione corretta del testo nelle
sue varie parti, ogni cosa andrà al posto giusto”), l’importanza dell’uso
della ripetizione e molto altro ancora. Il saggio dedica un capitolo al Nuovo
Testamento, mentre in un altro presenta un decalogo di utili suggerimenti da “tenere
a mente durante la lettura di testi narrativi” e un elenco di centodieci
racconti sui quali esercitarsi. La lettura del libro di Jan Pierre Fokkelman è
impegnativa e richiede metodo e applicazione; lo sforzo fatto è però ripagato
con la conoscenza delle regole e delle convenzioni per accostarsi con frutto al
testo sacro (“ogni pagina della Bibbia, se letta con grande attenzione, dice
cose diverse da quelle che ci aspettiamo”) così da poter trarre “dal suo
tesoro cose nuove e cose antiche”.
Jan Pierre Fokkelman
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