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giovedì 6 ottobre 2016
Anno VIII n. 35
nomine vescovili
L’editore San Paolo ha
pubblicato Le nude domande del Vangelo. Il volume raccoglie il testo
degli esercizi spirituali predicati da padre Ermes Ronchi al Papa e alla Curia
Romana la scorsa Quaresima. Il religioso dei Servi di Maria spiega che il
cammino proposto – meditare su dieci domande delle oltre duecentoventi
contenute nei Vangeli che Gesù ha rivolto “a discepoli, a malati, a
stranieri, ad amici e avversari” - è quello di mettersi “in ascolto di
un Dio di domande: non più interrogare il Signore, ma lasciarci interrogare da
lui”, avvertendo che “invece di correre subito a cercare la risposta”
è opportuno “fermarci a vivere bene le domande” in modo che “sia
lui a entrare in relazione con noi”. Nelle sue riflessioni padre Ronchi
prende spunto da un brano di Vangelo per poi sviluppare le sue considerazioni
con l’ausilio del pensiero dei Padri della Chiesa e del deserto, detti ebraici,
le ispirazioni di Santi, teologi, filosofi, scrittori e poeti. Il tutto è
arricchito da indicazioni pratiche per cercare di vivere nel concreto il senso
delle domande poste da Gesù allora ai suoi interlocutori e oggi a noi. Non ci
soffermeremo su tutte le dieci domande ma solo su alcune. Nella prima, Che
cosa cercare? riportata nel vangelo di Giovanni in cui si narra l’inizio
del ministero pubblico di Gesù, il padre servita sottolinea che rispondere a
essa “nella vita occupa di solito molti anni” e come “Gesù non chiede
innanzitutto rinunce o sacrifici, di immolarsi sull’altare del dovere o dello
sforzo, chiede prima di tutto di rientrare nel cuore, di comprenderlo, di
conoscere che cosa desideri di più, cosa ti fa felice, che cosa accade nel tuo
intimo”. Tra i molti spunti che costellano la seconda meditazione, Perché
avete paura? che ha come riferimento l’episodio della tempesta sedata
narrata da Marco, spicca il paragone uomo-barca. Dopo aver sottolineato che le
barche “sono fatte per navigare, e anche per affrontare tempeste” e “non
è nel segno del vangelo rimanere immobili in rada, trattenuti all’ancora”,
Ermes Ronchi afferma che “il nostro posto non è nei successi e nei risultati
trionfali, ma in una barca in mare, mare aperto, dove prima o poi durante la
navigazione della vita verranno acque agitate e vento contrario” e che la “vera
formazione non consiste nell’insegnare le regole della navigazione, ma nel
trasmettere la passione per il mare aperto, in desiderio di navigare oltre,
passione d’alto mare”. Un’altra bella riflessione che vogliamo citare è
quella sulla domanda Con che cosa lo si renderà salato? contenuta nel
brano di Matteo in cui si parla del sale e della luce. Ronchi prima spiega le
peculiarità fisiche di sale e luce (“non hanno lo scopo di perpetuare se
stessi, ma di effondersi”) poi offre spunti per capire quando si è sale che
ha perso sapore (“quando io, uomo di Dio, attiro l’attenzione su di me e non
su Dio, non so voler bene alla gente, non comunico speranza e libertà,) e
le vie per diventare luce (“non conta essere visibili o rilevanti, essere
guardati o ignorati, ma essere custodi della luce, vivere accesi”). In Quanti
pani avete? commentando il dialogo tra i discepoli e Gesù nell’episodio
della moltiplicazione dei pani riportato da Marco, Ermes Ronchi afferma che “la
Chiesa non deve aver paura della trasparenza, nessuna paura della chiarezza sui
suoi pani e i suoi pesci, sui suoi conti” perché “con la trasparenza
siamo veri” e “quando siamo veri siamo anche liberi”. Molte belle sono
anche le riflessioni sul perdono di Dio che il predicatore fa commentando la
domanda Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata? e riferita
all’episodio dell’adultera riportata da Giovanni: “è un atto creativo: apre
sentieri, ti rimette sulla strada giusta, fa compiere un passo in avanti,
spalanca futuro” e “non è un colpo di spugna sugli errori del passato,
ma è di più, un colpo d’ala verso il domani”. Le meditazioni di padre
Ronchi, come scrive papa Francesco, aiutano “a ritrovare noi stessi, a
discernere i bisogni più autentici del nostro percorso esistenziale” e
indicano “la strada che porta ad una adesione a Dio per aiutarlo ad
incarnarsi in questo mondo”.
Ermes Ronchi
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