La festa delle Sante Spine lunedì 25 maggio alle 21.00 in Duomo
Solenne
concelebrazione durante la quale verrà festeggiato il vescovo Giovanni Giudici
nel suo 25esimo di episcopato
La
Novena e la Veglia di Pentecoste
La
Consulta dei laici della Diocesi di Pavia invita tutti alla Novena di
Pentecoste, dal 18 al 22 maggio alle 21 nella chiesa di
Santa Maria del Carmine. La Veglia di Pentecoste si terrà sabato 23 maggio, alle 21 in Duomo, e
sarà caratterizzata dal rito della deposizione della veste bianca da parte dei
nuovi battezzati adulti e dalla discesa delle Ss. Spine.
La festa delle Ss. Spine è in programma lunedì 25 maggio, alle 21, in Cattedrale: si tratterà di
una solenne concelebrazione, durante la quale verrà festeggiato il vescovo
Giovanni Giudici per il suo 25esimo di episcopato.
Giovedì
21 maggio l’AperTicino
L’appuntamento con l’AperTicino, inizialmente previsto per giovedì 14 maggio, è
stato rinviato a giovedì 21 maggio alle 18.30 al Bar
Schnauzer di via Mascheroni a Pavia. Come al solito saranno presenti mons.
Gianfranco Poma, Paolo Montagna (presidente dell’Azione Cattolica di Pavia) e
Alessandro Repossi (direttore de “il Ticino” e di Radio Ticino Pavia).
La
“Peregrinatio” della Reliquia del Beato Paolo VI
Dal
25 al 31 maggio la diocesi di Pavia
ospiterà alcune tappe della “Peregrinatio” della Reliquia del Beato Paolo VI.
Il programma prevede i seguenti passaggi: lunedì 25 e martedì 26 maggio a San
Pietro in Ciel d’Oro; mercoledì 27 e giovedì 28 maggio al Collegio Santa
Caterina; venerdì 29 maggio a San Lanfranco; sabato 30 maggio in Vescovado;
domenica 31 maggio in Cattedrale.
Santa
Messa con gli “Amici di Padre Pio”
Il
gruppo di preghiera “Amici di Padre Pio” di Pavia comunica a tutti gli
interessati che lunedì 25 maggio San Pio da Pietralcina
verrà ricordato con una Santa Messa davanti alla statua del Santo, al Parco
Leopardi (nella zona del rione Maestà). Il programma prevede alle 17 la recita
del Santo Rosario e alle 18 la celebrazione della Santa Messa: in caso di maltempo,
il programma verrebbe spostato nella vicina chiesa di San Luigi Orione.
Incontro
culturale a S.Primo
La
parrocchia di San Primo, a Pavia, organizza martedì 26 maggio, alle 15, un nuovo incontro culturale
nella sala parrocchiale. L’incontro, tenuto dal prof. Augusto Pirola, avrà come
tema: “I nomi delle piante”. L’invito è aperto a tutti.
Giovedì
28 maggio a Trivolzio il ritiro del clero
Giovedì 28 maggio si svolgerà a Trivolzio
il ritiro per il clero. In quest’occasione, ricordando nella preghiera il 25°
anniversario della canonizzazione di San Riccardo Pampuri, il vescovo Giovanni
Giudici affiderà al clero un resoconto della visita pastorale e del servizio
svolto in questi anni. La mattinata avrà il seguente svolgimento: ore 9,45
ritrovo al parcheggio don Giussani, seguirà il Rosario meditato e il
trasferimento in chiesa, dove ci si soffermerà in preghiera davanti all’urna di
San Riccardo: ore 10,45 nel salone dell’oratorio la relazione di mons. vescovo.
Al termine il saluto con un rinfresco in oratorio.
Maggio
in Cattedrale
Nel
Duomo di Pavia proseguono gli appuntamenti inseriti nel programma di “Maggio in
Cattedrale”, Giovedì 28 maggio, alle 21, si terrà
l’incontro dal titolo: “Maria: Madre della Chiesa”. Verranno letti testi tratti
dal Vangelo di Luca, accompagnati da canti mariani della tradizione popolare.
L’organo verrà suonato da Marco Vigo.
La
“3 giorni chierichetti!” dal 29 al 31 agosto ad Alassio
Sono
aperte le iscrizioni per partecipare alla “3 giorni chierichetti!” che si terrà
dal 29 al 31 agosto ad Alassio. La partenza è prevista sabato 29 agosto, alle
9.30, da viale della Libertà; il ritorno è fissato per lunedì 31 agosto attorno
alle 17. I chierichetti pavesi saranno accolti all’Istituto Salesiano “Madonna
degli Angeli” ad Alassio: un ostello dotato di confortevoli camerette, spiaggia
privata, campi da gioco, chiesa e auditorium. Il costo per l’iscrizione è di
110 euro. Le iscrizioni vanno consegnate al proprio sacerdote o all’incaricato
parrocchiale che le consegnerà in Curia, oppure presso l’ufficio pastorale
della Diocesi, entro venerdì 24 luglio con il versamento della caparra di 25
euro.
Sul numero de
"il Ticino" nelle parrocchie della diocesi di Pavia e nelle edicole
della provincia da venerdì 22 maggio, il titolo della copertina è "Lettera
di un bambino sfrattato. Pavia, i suoi genitori chiedono aiuto al Comune per
trovare una casa".
Dalla prima pagina parte
l'editoriale firmato dal vescovo Giovanni Giudici: "I cristiani semplici
rendono viva la Chiesa". E' una riflessione sulla festa delle Ss. Spine
che si vivrà lunedì 25 maggio alle 21 nella Cattedrale di Pavia e durante la
quale saranno celebrati i 25 anni di episcopato di mons. Giudici.
La reliquia del Beato Paolo VI a
Pavia: sarà presente in città dal 25 al 31 maggio. Verrà accolta a San Pietro
in Ciel d'Oro, al Collegio Santa Caterina, a San Lanfranco e in Duomo.
Visita pastorale: il vescovo
Giudici da domenica 24 maggio nella comunità di San Michele.
S. Maria di Caravaggio: giorni
di festa e preghiera con la sagra. Martedì 26 la processione in quartiere.
Verde pubblico: peggiora
l'incuria a Pavia, giardini come giungle. La giunta e Asm varano un progetto
sperimentale per la pulizia della città: 7 giorni su 7 per 15 ore al giorno.
Casa Benedetta Cambiagio, la
Pavia che aiuta i deboli.
L'Oratorio di San Mauro
festeggia un secolo tra eventi religiosi, culturali e sportivi.
Intervista ad Elena Maga,
segretario provinciale della Cisl: "La riforma lascia più problemi di
quelli che risolve".
Centro Sportivo Italiano: il
Real Casei è campione provinciale, il sogno è diventato realtà.
Completano questo numero de
"il Ticino" altre notizie dalle comunità parrocchiali della diocesi
di Pavia, la cronaca, gli appuntamenti e la pagina dei libri.
L'inchiesta Mani
pulite "ha rappresentato un punto di passaggio controverso e decisivo
per la nostra storia". Uno dei principali protagonisti di quegli "anni
drammatici e carichi di speranza", Gherardo Colombo, ha scritto Lettera
a un figlio su Mani pulite, libro con il quale vuole far conoscere "che
cosa è stata e, soprattutto, qual è oggi la sua eredità" a coloro che "allora
non erano ancora nati o ancora troppo giovani per comprendere quella
stagione". Dopo aver ricordato come si riuscì a smascherare "il
sistema criminale e corrotto, capillare e potente, che coinvolgeva tutto l'arco
politico parlamentare dell'epoca, e poi imprenditori, esponenti delle forze
dell'ordine, membri della magistratura", l'ex giudice e sostituto
procuratore della Repubblica di Milano afferma che è "necessario avere
ben chiaro nella mente cosa è accaduto allora" per "non
ripetere certi errori" e "non si dimentichi quanto è
successo" nel nostro Paese tra gli anni 1992 e 1998. Assieme alle
vicende professionali, Colombo rievoca innanzitutto quelle politiche e
giudiziarie che sono state "il preludio a quello che poi è successo a
partire dal fatidico 17 febbraio 1992, quando Mario Chiesa il presidente del
Pio Albergo Trivulizio venne arrestato ed ebbe inizio la vicenda".
Entrando nel vivo del racconto, l'ex magistrato ricorda il suo coinvolgimento
nelle inchieste, l'affiancamento ad Antonio Di Pietro e Piercamillo Davigo, la
nascita del pool ("quasi subito, senza una strategia, si crea
naturalmente una specie di divisione per sommi capi dei compiti e delle aree di
competenza") e il ruolo di Gerardo D'Ambrosio e Francesco Saverio
Borrelli. Nel seguito l'autore si sofferma sul "sistema della
corruzione chiamato Tangentopoli", il clima "da dramma
esasperato" nel quale si svolsero le indagini e la scoperta di "corruzioni,
finanziamenti illeciti, falsi in bilancio, ricettazioni, concussioni, turbativa
d'asta" che videro coinvolti "più di cinquemila persone, tra
cui quattro ex presidenti del Consiglio, un numero rilevante di ministri,
qualche centinaio di parlamentari, e poi consiglieri regionali, provinciali,
comunali, sindaci, assessori". Colombo non manca di dar conto degli
ostacoli sorti e affrontati con l'arrivo delle ispezioni disposte dal ministero
della Giustizia ("iniziative tese a delegittimarci, a denigrarci, a
colpire la nostra reputazione e la nostra professionalità, a mettere in dubbio
la nostra indipendenza") e il carico di "procedimenti
disciplinari e denunce penali per ipotesi di reato gravissime" subìti,
rivendicando con fierezza come "tutte queste vicende si sono sempre
concluse con l'accertamento della nostra assoluta correttezza",
respingendo le accuse "che Mani pulite nasca come un'indagine a
tavolino, con l'obiettivo di eliminare un'intera classe politica" e
rifiutando - motivandola - l'etichetta di «toghe rose» affibbiata da una parte
dei media. Prendendo spunto dagli "attacchi veramente forti che
arrivano a partite dalla seconda metà del 1994", Gherardo Colombo
ricostruisce la successiva fase in cui, anche per il negativo impatto della
sovraesposizione mediatica, iniziarono nuove difficoltà culminate con le
dimissioni di Di Pietro che segnarono, di fatto, la fine di Mani pulite con la
relativa "fatica a riorganizzarci e a recuperare la credibilità
incrinata dall'abbandono del personaggio che ci rappresenta pubblicamente".
Colombo non ha reticenze nell'affermare che in quel frangente venne meno "la
mancanza di sostegno da parte delle istituzioni, come se si auspicasse che Mani
pulite si spenga piano piano e smetta di creare disturbo"; al riguardo
ricorda "le parole durissime" di Francesco Saverio Borrelli
che invitava "di fronte ai guasti di un pericoloso sgretolamento della
volontà generale, al naufragio della coscienza civica nella perdita del senso
del diritto, ultimo, estremo baluardo della questione morale, è dover della
collettività «resistere, resistere, resistere» come su una irrinunciabile linea
del Piave". L'ex magistrato parla infine della chiusura delle
indagini, della sua esperienza in Cassazione e l'impegno a tempo pieno in giro
per l'Italia a incontrare gli studenti delle scuole superiori perché convinto
che "se si vuole limitare la trasgressione delle leggi, è necessario
pensare a un campo di intervento diverso dalle aule di giustizia". Nel
capitolo conclusivo Colombo afferma che "Mani pulite non ha cambiato
l'Italia", ma a lui è servita perché gli ha fatto scoprire
l'importanza "della centralità dell'educazione" e "fatto
vedere che la cultura viene prima delle regole, e che se non cambia la cultura,
le regole che non le sono coerenti non vengono rispettate". Nel suo "racconto
in presa diretta della stagione che ha sconvolto l'Italia", Gherardo
Colombo offre un'appassionante testimonianza civile con la quale trasmette
"quello slancio urgente di giustizia" in grado di attivare
nuove energie morali per cercare davvero "soluzioni efficaci a problemi
che sembrano ancora tragicamente attuali".
Gherardo Colombo
Lettera a un figlio su Mani pulite
Garzanti. Pagine 96. Euro 10.00
Garzanti. Pagine 96. Euro 10.00
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