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giovedì 21 maggio 2015

Anno VII n. 19

La festa delle Sante Spine lunedì 25 maggio alle 21.00 in Duomo

Solenne concelebrazione durante la quale verrà festeggiato il vescovo Giovanni Giudici nel suo 25esimo di episcopato


La Novena e la Veglia di Pentecoste
La Consulta dei laici della Diocesi di Pavia invita tutti alla Novena di Pentecoste, dal 18 al 22 maggio alle 21 nella chiesa di Santa Maria del Carmine. La Veglia di Pentecoste si terrà sabato 23 maggio, alle 21 in Duomo, e sarà caratterizzata dal rito della deposizione della veste bianca da parte dei nuovi battezzati adulti e dalla discesa delle Ss. Spine.
La festa delle Ss. Spine è in programma
lunedì 25 maggio, alle 21, in Cattedrale: si tratterà di una solenne concelebrazione, durante la quale verrà festeggiato il vescovo Giovanni Giudici per il suo 25esimo di episcopato.


Giovedì 21 maggio l’AperTicino
L’appuntamento con l’AperTicino, inizialmente previsto per giovedì 14 maggio, è stato rinviato a
giovedì 21 maggio alle 18.30 al Bar Schnauzer di via Mascheroni a Pavia. Come al solito saranno presenti mons. Gianfranco Poma, Paolo Montagna (presidente dell’Azione Cattolica di Pavia) e Alessandro Repossi (direttore de “il Ticino” e di Radio Ticino Pavia).


La “Peregrinatio” della Reliquia del Beato Paolo VI
Dal 25 al 31 maggio la diocesi di Pavia ospiterà alcune tappe della “Peregrinatio” della Reliquia del Beato Paolo VI. Il programma prevede i seguenti passaggi: lunedì 25 e martedì 26 maggio a San Pietro in Ciel d’Oro; mercoledì 27 e giovedì 28 maggio al Collegio Santa Caterina; venerdì 29 maggio a San Lanfranco; sabato 30 maggio in Vescovado; domenica 31 maggio in Cattedrale.


Santa Messa con gli “Amici di Padre Pio”
Il gruppo di preghiera “Amici di Padre Pio” di Pavia comunica a tutti gli interessati che lunedì 25 maggio San Pio da Pietralcina verrà ricordato con una Santa Messa davanti alla statua del Santo, al Parco Leopardi (nella zona del rione Maestà). Il programma prevede alle 17 la recita del Santo Rosario e alle 18 la celebrazione della Santa Messa: in caso di maltempo, il programma verrebbe spostato nella vicina chiesa di San Luigi Orione.


Incontro culturale a S.Primo
La parrocchia di San Primo, a Pavia, organizza martedì 26 maggio, alle 15, un nuovo incontro culturale nella sala parrocchiale. L’incontro, tenuto dal prof. Augusto Pirola, avrà come tema: “I nomi delle piante”. L’invito è aperto a tutti.


Giovedì 28 maggio a Trivolzio il ritiro del clero
Giovedì 28 maggio si svolgerà a Trivolzio il ritiro per il clero. In quest’occasione, ricordando nella preghiera il 25° anniversario della canonizzazione di San Riccardo Pampuri, il vescovo Giovanni Giudici affiderà al clero un resoconto della visita pastorale e del servizio svolto in questi anni. La mattinata avrà il seguente svolgimento: ore 9,45 ritrovo al parcheggio don Giussani, seguirà il Rosario meditato e il trasferimento in chiesa, dove ci si soffermerà in preghiera davanti all’urna di San Riccardo: ore 10,45 nel salone dell’oratorio la relazione di mons. vescovo. Al termine il saluto con un rinfresco in oratorio.


Maggio in Cattedrale
Nel Duomo di Pavia proseguono gli appuntamenti inseriti nel programma di “Maggio in Cattedrale”, Giovedì 28 maggio, alle 21, si terrà l’incontro dal titolo: “Maria: Madre della Chiesa”. Verranno letti testi tratti dal Vangelo di Luca, accompagnati da canti mariani della tradizione popolare. L’organo verrà suonato da Marco Vigo.


La “3 giorni chierichetti!” dal 29 al 31 agosto ad Alassio
Sono aperte le iscrizioni per partecipare alla “3 giorni chierichetti!” che si terrà dal 29 al 31 agosto ad Alassio. La partenza è prevista sabato 29 agosto, alle 9.30, da viale della Libertà; il ritorno è fissato per lunedì 31 agosto attorno alle 17. I chierichetti pavesi saranno accolti all’Istituto Salesiano “Madonna degli Angeli” ad Alassio: un ostello dotato di confortevoli camerette, spiaggia privata, campi da gioco, chiesa e auditorium. Il costo per l’iscrizione è di 110 euro. Le iscrizioni vanno consegnate al proprio sacerdote o all’incaricato parrocchiale che le consegnerà in Curia, oppure presso l’ufficio pastorale della Diocesi, entro venerdì 24 luglio con il versamento della caparra di 25 euro.


Sul numero de "il Ticino" nelle parrocchie della diocesi di Pavia e nelle edicole della provincia da venerdì 22 maggio, il titolo della copertina è "Lettera di un bambino sfrattato. Pavia, i suoi genitori chiedono aiuto al Comune per trovare una casa".
Dalla prima pagina parte l'editoriale firmato dal vescovo Giovanni Giudici: "I cristiani semplici rendono viva la Chiesa". E' una riflessione sulla festa delle Ss. Spine che si vivrà lunedì 25 maggio alle 21 nella Cattedrale di Pavia e durante la quale saranno celebrati i 25 anni di episcopato di mons. Giudici.
La reliquia del Beato Paolo VI a Pavia: sarà presente in città dal 25 al 31 maggio. Verrà accolta a San Pietro in Ciel d'Oro, al Collegio Santa Caterina, a San Lanfranco e in Duomo.
Visita pastorale: il vescovo Giudici da domenica 24 maggio nella comunità di San Michele.
S. Maria di Caravaggio: giorni di festa e preghiera con la sagra. Martedì 26 la processione in quartiere.
Verde pubblico: peggiora l'incuria a Pavia, giardini come giungle. La giunta e Asm varano un progetto sperimentale per la pulizia della città: 7 giorni su 7 per 15 ore al giorno.
Casa Benedetta Cambiagio, la Pavia che aiuta i deboli.
L'Oratorio di San Mauro festeggia un secolo tra eventi religiosi, culturali e sportivi.
Intervista ad Elena Maga, segretario provinciale della Cisl: "La riforma lascia più problemi di quelli che risolve".
Centro Sportivo Italiano: il Real Casei è campione provinciale, il sogno è diventato realtà.
Completano questo numero de "il Ticino" altre notizie dalle comunità parrocchiali della diocesi di Pavia, la cronaca, gli appuntamenti e la pagina dei libri.   


L'inchiesta Mani pulite "ha rappresentato un punto di passaggio controverso e decisivo per la nostra storia". Uno dei principali protagonisti di quegli "anni drammatici e carichi di speranza", Gherardo Colombo, ha scritto Lettera a un figlio su Mani pulite, libro con il quale vuole far conoscere "che cosa è stata e, soprattutto, qual è oggi la sua eredità" a coloro che "allora non erano ancora nati o ancora troppo giovani per comprendere quella stagione". Dopo aver ricordato come si riuscì a smascherare "il sistema criminale e corrotto, capillare e potente, che coinvolgeva tutto l'arco politico parlamentare dell'epoca, e poi imprenditori, esponenti delle forze dell'ordine, membri della magistratura", l'ex giudice e sostituto procuratore della Repubblica di Milano afferma che è "necessario avere ben chiaro nella mente cosa è accaduto allora" per "non ripetere certi errori" e "non si dimentichi quanto è successo" nel nostro Paese tra gli anni 1992 e 1998. Assieme alle vicende professionali, Colombo rievoca innanzitutto quelle politiche e giudiziarie che sono state "il preludio a quello che poi è successo a partire dal fatidico 17 febbraio 1992, quando Mario Chiesa il presidente del Pio Albergo Trivulizio venne arrestato ed ebbe inizio la vicenda". Entrando nel vivo del racconto, l'ex magistrato ricorda il suo coinvolgimento nelle inchieste, l'affiancamento ad Antonio Di Pietro e Piercamillo Davigo, la nascita del pool ("quasi subito, senza una strategia, si crea naturalmente una specie di divisione per sommi capi dei compiti e delle aree di competenza") e il ruolo di Gerardo D'Ambrosio e Francesco Saverio Borrelli. Nel seguito l'autore si sofferma sul "sistema della corruzione chiamato Tangentopoli", il clima "da dramma esasperato" nel quale si svolsero le indagini e la scoperta di "corruzioni, finanziamenti illeciti, falsi in bilancio, ricettazioni, concussioni, turbativa d'asta" che videro coinvolti "più di cinquemila persone, tra cui quattro ex presidenti del Consiglio, un numero rilevante di ministri, qualche centinaio di parlamentari, e poi consiglieri regionali, provinciali, comunali, sindaci, assessori". Colombo non manca di dar conto degli ostacoli sorti e affrontati con l'arrivo delle ispezioni disposte dal ministero della Giustizia ("iniziative tese a delegittimarci, a denigrarci, a colpire la nostra reputazione e la nostra professionalità, a mettere in dubbio la nostra indipendenza") e il carico di "procedimenti disciplinari e denunce penali per ipotesi di reato gravissime" subìti, rivendicando con fierezza come "tutte queste vicende si sono sempre concluse con l'accertamento della nostra assoluta correttezza", respingendo le accuse "che Mani pulite nasca come un'indagine a tavolino, con l'obiettivo di eliminare un'intera classe politica" e rifiutando - motivandola - l'etichetta di «toghe rose» affibbiata da una parte dei media. Prendendo spunto dagli "attacchi veramente forti che arrivano a partite dalla seconda metà del 1994", Gherardo Colombo ricostruisce la successiva fase in cui, anche per il negativo impatto della sovraesposizione mediatica, iniziarono nuove difficoltà culminate con le dimissioni di Di Pietro che segnarono, di fatto, la fine di Mani pulite con la relativa "fatica a riorganizzarci e a recuperare la credibilità incrinata dall'abbandono del personaggio che ci rappresenta pubblicamente". Colombo non ha reticenze nell'affermare che in quel frangente venne meno "la mancanza di sostegno da parte delle istituzioni, come se si auspicasse che Mani pulite si spenga piano piano e smetta di creare disturbo"; al riguardo ricorda "le parole durissime" di Francesco Saverio Borrelli che invitava "di fronte ai guasti di un pericoloso sgretolamento della volontà generale, al naufragio della coscienza civica nella perdita del senso del diritto, ultimo, estremo baluardo della questione morale, è dover della collettività «resistere, resistere, resistere» come su una irrinunciabile linea del Piave". L'ex magistrato parla infine della chiusura delle indagini, della sua esperienza in Cassazione e l'impegno a tempo pieno in giro per l'Italia a incontrare gli studenti delle scuole superiori perché convinto che "se si vuole limitare la trasgressione delle leggi, è necessario pensare a un campo di intervento diverso dalle aule di giustizia". Nel capitolo conclusivo Colombo afferma che "Mani pulite non ha cambiato l'Italia", ma a lui è servita perché gli ha fatto scoprire l'importanza "della centralità dell'educazione" e "fatto vedere che la cultura viene prima delle regole, e che se non cambia la cultura, le regole che non le sono coerenti non vengono rispettate". Nel suo "racconto in presa diretta della stagione che ha sconvolto l'Italia", Gherardo Colombo offre un'appassionante testimonianza civile con la quale trasmette "quello slancio urgente di giustizia" in grado di attivare nuove energie morali per cercare davvero "soluzioni efficaci a problemi che sembrano ancora tragicamente attuali".

Gherardo Colombo

Lettera a un figlio su Mani pulite
Garzanti. Pagine 96. Euro 10.00

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