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giovedì 15 settembre 2016
Anno VIII n. 32
Giornata del catechista
Sono di nuovo
disponibili le Conversazioni bibliche su Il libro della Sapienza
di Gianfranco Ravasi, uscite per le Edizioni Dehoniane di Bologna che
avevano già pubblicato i testi delle conferenze tenute al Centro culturale San
Fedele di Milano dell’allora prefetto della Biblioteca Ambrosiana. Rivisto
dall’autore, con una bibliografia aggiornata e una rinnovata veste grafica, il
volume si offre come strumento propedeutico per iniziare a conoscere uno dei
libri della Bibbia che “è entrato nella storia della cristianità con grande
fama ma anche con una certa riserva”. Prima di affrontare nelle sue
angolature fondamentali la lettura del libro della Sapienza, il cardinal Ravasi
spiega metodi e modi con i quali sviluppa le sue meditazioni, fornendo tutte le
“notizie preliminari necessarie alla sua comprensione”. In rapida
successione l’attuale presidente del Pontificio Consiglio della Cultura
puntualizza chi è il suo autore, il luogo dove è stato scritto, la data di
composizione, evidenzia sue le coordinate storico-culturali e indentifica le
aree tematiche che costituiscono l’architettura dei suoi 502 versi:
l’immortalità (capitoli 1-5), la riflessione teologica sul concetto di sapienza
(capitoli 6-9), la meditazione sull’Esodo e sul suo significato permanente
(capitoli 10-19). Nell’affrontare il tema dell’immortalità e della morte “uno
dei grandi capisaldi della teologia del libro della Sapienza”, motivo
centrale della sua prima parte ma anche “uno dei punti nodali di ogni
religione e cultura”, Ravasi si sofferma su alcuni versetti che mettono in
risalto “la dialettica di morte e vita” rilevando il contrasto tra “un’immortalità
che fiorisce da una morte fisica” da quella “demoniaca, apparentemente
affascinata, ma drammatica”. Prima di fornire la risposta contenuta nel
libro della Sapienza, il cardinal Ravasi compie un excursus “per cercare di
scoprire come l’uomo si è posto di fronte al punto omega dell’esistenza terrena
che è la morte” presentando un campionario dei “ suoi mille profili”.
Ne L’umanità nel grande giorno della visita riflettendo su alcuni “vocaboli
essenziali” che “riassumono tutto il pensiero dell’autore” vale a
dire la speranza, l’immortalità e la pienezza di “stare presso Dio”,
Gianfranco Ravasi sottolinea come l’immortalità di cui parla l’autore biblico
“è una realtà di piena comunione con Dio, una specie di divinizzazione che non
è postulata dalla natura dell’anima, ma è per eccellenza un dono … un salto di
qualità che ci viene offerto da Dio”. Inoltre Ravasi spiega cosa il libro
della Sapienza e il suo autore “ci dicono a proposito sugli interrogativi
dell’uomo sull’oltrevita; la morte, la condizione dell’io personale una volta
entrato in Dio, il giudizio”. Nel quarto capitolo, Una teologia della
Sapienza, è tracciato un profilo della sapienza facendo riferimento non
solo a quanto dice l’autore biblico, ma anche ad altri testi delle Sacre
Scritture. Dopo aver esaminato i vari tipi di sapienza, mons. Ravasi
riflette in particolare “a quale categoria appartiene la sapienza che viene
offerta dal libro che porta questo nome” e come questo “ci aiuta a
capire Dio, il mondo e il prossimo”. Infine ne la Meditazione poetica
sull’Esodo ripercorrendo la storia di sette grandi personaggi biblici e
attraverso sette antitesi (l’acqua, la mensa del deserto, i serpenti, la manna,
la luce, la strage dei primogeniti, la morte degli egiziani nel Mar Rosso),
Ravasi spiega come queste “hanno lo scopo di ritmare la contrapposizione tra
giusti e empi” e sono utilizzate “non per ricostruire il passato ma per
offrire un’esortazione per il presente attraverso il racconto esemplare”.
In conclusione Gianfranco Ravasi rileva come “la sapienza non è una qualità
che possiamo acquistare solo con le nostre forze; la sapienza è grazia”;
riflettere su di essa ci può insegnare “che il senso ultimo delle cose si
scopre soltanto attraverso la purificazione dei sensi e della mente”.
Gianfranco Ravasi
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