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giovedì 31 marzo 2016
Anno VIII n. 13
La
riunione della Consulta Sociale e del Lavoro
Sul numero de "il
Ticino" nelle parrocchie della diocesi di Pavia e nelle edicole di tutta
la provincia da venerdì 1 aprile, il titolo della copertina è "La prima
Pasqua a Pavia con il Vescovo Corrado". Al tema è dedicata una pagina
all'interno del settimanale e l'editoriale in prima pagina, firmato dal
direttore Alessandro Repossi, dal titolo "Un Pastore che cammina insieme a
noi".
La parola «crisi» è
sempre in primo piano non solo nel dibattitto politico ed economico: purtroppo
i suoi effetti si fanno sentire tuttora nella vita di molti. Se “le sue
cicatrici sono visibili a occhio nudo”, non è facile però avere una
percezione delle sue conseguenze «strutturali». A tale scopo può essere utile
la lettura di due saggi che presentano, con metodologie e approcci diversi,
un’analisi dei cambiamenti e dei mutamenti generati da quella che gli
economisti hanno definito la Grande Recessione. Il primo titolo, Come siamo
cambiati, è un reportage di Roberta Carlini uscito per Laterza. Utilizzando
“il metodo dell’inchiesta, seguendo tracce, numeri e storie” e “con
uno sguardo più sugli effetti impressa nella vita delle persone che sulle
cause”, la giornalista descrive “i sommovimenti dell’economia” che
hanno trasformato (e segnato) profondamente la società italiana. In ogni
capitolo è affrontato un aspetto dei cambiamenti (figli, famiglia, lavoro,
consumi, istruzione), mentre l’ultimo è dedicato all’eguaglianza che “ne
riassume gli effetti con meno storie e più numeri”. In Meno figli
per tutte la giornalista spiega “quel che emerge dai numeri e dalle
storie della nostra recessione in culla”. Parlando della famiglia, Carlini
rileva che “ci si sposa di meno non perché si convive di più, o perché si
preferisce mantenere i propri spazi di libertà individuali pur non rinunciando
a legami d’affetto e amore, ma perché si resta più a lungo con i genitori”
e in che modo “la Grande Recessione è piombata su una struttura familiare e
sociale già radicalmente mutata e abbia scompaginato le carte”. Misura e
povertà è un articolato capitolo dedicato ai consumi in cui la giornalista
rileva “i fenomeni drammatici” riguardo “gli adattamenti e i
cambiamenti degli stili di vita e delle abitudini di spesa e di consumo”.
Parlando d’istruzione, Carlini evidenzia due dati: “il non invidiabile
primato italiano nella corsa a uscire dall’università” e quello di essere
l’unico Paese “che taglia i consumi e gli investimenti non solo sulla
produzione materiale, ma anche sulla conoscenza”. Infine Roberta Carlini
affronta il tema della diseguaglianza nel quale presenta e sintetizza il “quadro
d’insieme non solo delle cicatrici della recessione, ma anche – e soprattutto –
delle differenze tra chi le porta su di sé; e della capacità di resilienza alla
crisi nei diversi gradini della classe sociale”. Nel volume Le mutazioni
del Signor Rossi pubblicato dalle EDB, Nando Pagnoncelli riflette sui
mutamenti nei comportamenti e nelle abitudini degli italiani “tra mito e
realtà”. Pagnoncelli precisa che nel libro, che tiene conto delle numerose
ricerche sociali e d’opinione realizzate e di altri suoi lavori, vuole “rinunciare
ai numeri, statistiche, grafici e tabelle e per una volta tentare di
leggere negli spazi bianchi tra una riga e l’altra”. In questo modo, scrive
l’autore, “mi sono fatto un’idea di come è cambiato il Signor Rossi” e
di conseguenza “di come è cambiata l’Italia, cioè tutti noi”. I temi
affrontati riguardano tutti gli ambiti della società. Ad esempio sulla famiglia
da sempre “al primo posto nella classifica dei valori” per la sua
importanza di “guscio protettivo”, Pagnoncelli osserva come al suo
interno, favorito dalle avversità economiche, “ha visto la crescita di un
soggettivismo atipico” che sta portando in molti casi i suoi membri a
essere “sempre più prigionieri del presente, nell’appagamento immediato dei
bisogni, senza alcuna dimensione progettuale o visione del futuro”. Tra i
molti argomenti toccati dal ricercatore, ricordiamo il rapporto degli italiani
con la politica (“destra e sinistra non sembrano più categorie in grado di
interpretare la realtà e, soprattutto, di proporre soluzioni”), la funzione
dei mass media (“travolti da un numero di informazioni incredibilmente
elevato, assumiamo un atteggiamento nuovo e selettivo: scegliamo e
approfondiamo solo ciò che ci interessa e rischiamo di perdere di vista il
contesto e la gerarchia delle notizie”), la rilevanza assunta dai social
network. E ancora l’atteggiamento nei confronti dell’Europa, il venir meno del
senso civico, di coesione sociale e di appartenenza, le ragioni (e le reazioni)
di fronte all’aumentare dell’indifferenza nei confronti del prossimo, lo
scottante tema del lavoro, il ruolo della Chiesa che sta “affrontando di
petto alcune questioni delicate, fino a poco tempo fa considerate veri e propri
tabù”. Infine dopo aver osservato che nelle sue riflessioni “ha detto
del molto che non va”, Nando Pagnoncelli coglie “i segnali deboli in
grado di preannunciare i cambiamenti” e “gli strumenti per migliorare il
presente”.
Roberta Carlini
Nando Pagnoncelli
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