Sul grande web le piccole cose contano molto
giovedì 22 dicembre 2016
Anno VIII n. 46
La S.Messa della notte di Natale in
Duomo in diretta a Radio Ticino
Nel numero de L’Atrio
che precede il Natale, diamo spazio a due libri di narrativa in tema con
l’imminente festa. Il primo appartiene al genere classico: La Messa di
quest’anno di Luigi Pirandello, pubblicato dalle EDB. Il volume raccoglie
cinque novelle dello scrittore siciliano Premio Nobel per la letteratura nel
1934 che presentano “sguardi diversi sul giorno di Natale”. Nella sua Nota di
lettura Massino Naro rileva come “in questi racconti forse poco conosciuti c’è
quasi tutto Pirandello” e “il Natale è sempre chiamato in causa, più o meno
direttamente, divenendo la cifra di una parabola spirituale, oltre che intellettuale,
che non misura soltanto la statura personale dello scrittore, ma anche la
febbre della storia”. Al racconto di timbro autobiografico Natale sul Reno,
segue Sogno di Natale in cui il protagonista narra come “nel sogno mi parve a
un tratto d’incontrare Gesù errante in quella stessa notte, in cui il mondo per
uso festeggia ancora il suo Natale” e vagabondando per le vie deserte del paese
“a poco a poco l’immagine di lui m’attrasse così, da assorbirmi in sé; e allora
mi parve di far con Lui una persona sola”. In Un «goj» è raccontato lo scherzo
che “il signor Daniele Catellani volle fare, l’ultimo anno della grande guerra
europea, al suo signor suocero Pietro Ambrini, uno scherzo di quelli che non si
dimenticano più” e il motivo per il quale l’indiavolato genero trasforma, per
ripicca, il presepe “tutto bello in rilievo, con poggi e dirupi, agavi e palme,
e sentieri di campagna per cui si dovevano veder venire tutti quei pastorelli
coi loro branchetti di pecorelle e gli asinelli e i re Magi” in un campo di
battaglia con “eserciti di soldatini di stagno, d’ogni nazione … e poi tanti
cannoncini di piombo, intere batterie, d’ogni foggia, d’ogni dimensione,
puntati anch’essi di su, di giù, da ogni parte, tutti contro la grotta di
Bethlehem”. Il malumore creatosi tra il rigore pauperistico di don Venanzio
Grotti e la devozione dei fedeli di Cargiore è al centro del racconto La messa
di quest’anno. I metodi e lo zelo del nuovo parroco generano scompiglio tra le
pie donne del paese che non capiscono perché don Venanzio rinunci a tutto a
eccezione di un piccolo letto, un tavolo, una cassapanca e tre seggiole
impagliate, strappi le piante del giardinetto e “dia in elemosina gli ori”.
L’apice del clima di tensione è raggiunto durante la messa della notte di Natale
quando il neo parroco, che “pareva uno straccione innanzi a quel povero altare
senza luminaria, con quella tonaca inverdita che gli lascia scoperti, con
licenza parlando, i fusoli delle gambe e con quelle scarpacce da contadini su
la predella nuda, senza uno straccio di tappeto”, nella predica proibisce il
cenone e ingiunge di fare penitenza ricordando agli sbigottiti fedeli che Gesù
è nato povero in una stalla. Infine ne I galletti del bottajo si può gustare in
che modo la moglie del bottajo Màrchica riesce, con ironia, astuzie e
malintesi, nel suo agognato e ambiguo intento “di desinare una volta sola
almeno, nelle feste, in compagnia del marito, il quale ogni anno, il primo dì e
a Carnevale, a Pasqua, a Natale, era solito di raccogliere intorno alla sua tavola
parenti e amici”.
Il secondo libro, Storie di Natale
pubblicato da Sellerio, è un’antologia di racconti contemporanei. Sette noti
scrittori della scuderia Sellerio “si misurano con l’agognata festa di Natale”
presentando un campionario di situazioni che si modellano sulle vite d’oggi.
Una grande conchiglia sonante è il simbolo del Natale di Tridicino, pescatore
di Vigàta, nella storia narrata da Andrea Camilleri e “un po’ in contrasto con
lo spirito fiabesco e invernale”. Gli altri racconti parlano anche loro “di
natali straordinari, e fuori dai migliori (o dai peggiori e più comuni)
sentimenti”. Quella di Giosuè Calaciura sui fratelli Santo e Santino,
appartiene al genere morale con un particolare accento “sulla diversità e la
sua conciliante poesia”. Antonio Manzini racconta la Vigilia beffarda con
l’intreccio dei danni capitati ad un poveraccio vittima dell’ingiustizia, di
classe e dell’amore. L’eroe natalizio di Fabio Stassi è invece un detenuto in
trasferimento verso un’isola, mentre in un laboratorio misterioso nel mare
greco si svolge l’avventura inventata da Francesco Cataluccio. Francesco Recami
descrive “il comico assurdo e cinicamente ironico, specchio autentico
dell’umanità” ne Il pranzo di Natale nell’autogrill isolato nella neve. Alicia
Giménez-Bartlett propone infine “un Natale borderline, claustrofobico, come può
essere quello con la sola compagnia casuale di una fanatica religiosa”.
Luigi Pirandello
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento