Sul grande web le piccole cose contano molto

giovedì 19 novembre 2015

Anno VII n. 40


Santa Teresa di Gesù, congresso a Pavia
“ ‘Io ti darò un libro vivo’: nei testi di Teresa di Gesù”. E’ il titolo del congresso internazionale organizzato a Pavia nel quinto centenario della nascita di Teresa di Gesù, la Santa di Avila, riformatrice del Carmelo. Il congresso è in programma nell’Aula Foscolo dell’Università di Pavia, da mercoledì 18 novembre (con inaugurazione alle 9.30) a venerdì 20 novembre.


Al Collegio Senatore l’incontro con Paolo Curtaz
Venerdì 20 novembre, alle 18 al Collegio Senatore di via Menocchio 1 a Pavia, lo scrittore Paolo Curtaz presenterà la sue ultime pubblicazioni uscite per le Edizioni Paoline: “La leggerezza di Dio. Il Natale autentico”; “Maria con i piedi per terra”; “Il Giubileo spiegato ai ragazzi”.


Sante Messe per tutti i “Figli in Cielo”
L’associazione “Figli in Cielo” propone altri due appuntamenti di preghiera e riflessione. Nelle giornate di
sabato 21 novembre e 19 dicembre, nella chiesa di Santa Maria del Carmine di Pavia alle 17.30 verrà recitato il Santo Rosario, seguito alle 18 dalla Santa Messa celebrata da don Daniele Baldi. “Vorremmo ricordare nella preghiera - si legge nel manifesto dell’associazione -, uno ad uno i nostri figli in cielo. I nomi possono essere comunicati al responsabile diocesano dell’associazione ‘Figli in Cielo’ – Scuola di Fede e di Preghiera – sig. Ezio all’arrivo in chiesa, oppure tramite telefono o sms (cell. 340/6403880) o via mail all’indirizzo ezio.galmozzi@libero.it”. Chi vuole potrà portare la foto di suo figlio. “Invitiamo tutti i genitori con un figlio in Cielo – continua il manifesto – ad unirsi a noi in preghiera, nella assoluta consapevolezza che saremo sempre mamme e papà, ma in un modo tutto nuovo, perché ‘la vita dei nostri figli, ora in Cielo, non è tolta ma solamente trasformata”.


Sacro Cuore, 20 anni dalla posa della prima pietra
Sabato 21 novembre, alle 18.30, mons. Giovanni Giudici presiederà la concelebrazione al Sacro Cuore per ricordare i 20 anni dalla posa della prima pietra della Cappella di via Colombo a Pavia (nel rione del Ticinello). Al termine della celebrazione, è previsto un buffet per tutti i partecipanti nel salone adiacente la cappella e con la possibilità di visitare la mostra fotografica dei 20 anni con esposizione dei progetti selezionati dalla commissione incaricata.


A Pavia a San Michele sabato 21 novembre presentazione del libro di don Michele Mosa
Sabato 21 novembre presso la Basilica di San Michele Maggiore a Pavia alle ore 15:30 verrà presentato il volumetto dal titolo “San Michele. L’Arcangelo, i Longobardi e la Basilica Regia” scritto da don Michele Mosa.


La Cresima degli adulti in Cattedrale
E’ in programma domenica 22 novembre, alle 17.00 nella Cattedrale di Pavia, la Cresima per gli adulti. Il rito sarà presieduto da mons. Giovanni Giudici.


La preghiera vocazionale con i giovani
E’ stato rinviato a
giovedì 26 novembre, alle 21.15 nella chiesa di Canepanova, l’appuntamento della preghiera vocazionale con i giovani della diocesi di Pavia.


La preghiera di tutta l’AC diocesana
Domenica 29 novembre, alle 20.45 al Seminario vescovile di Pavia, è in programma la preghiera di tutta l’Azione Cattolica diocesana. La preghiera verrà guidata da mons. Giovanni Giudici. Al termine della preghiera mons. Andrea Migliavacca, vescovo eletto di San Miniato, rivolgerà un saluto all’Azione Cattolica di Pavia e resterà con gli amici dell’AC pavese per un momento di festa.


I grandi eventi della Diocesi di Pavia
MARTEDI’ 8 DICEMBRE
Apertura del Giubileo della Misericordia

MERCOLEDI’ 9 DICEMBRE
Solennità di San Siro, patrono della Diocesi. In Cattedrale sarà ordinato vescovo mons. Andrea Migliavacca

DOMENICA 13 DICEMBRE
Solenne apertura del Giubileo della Misericordia nella Diocesi di Pavia

DOMENICA 20 DICEMBRE
Ingresso solenne del vescovo Andrea Migliavacca nella Diocesi di San Miniato

Sul numero de "il Ticino" nelle parrocchie della diocesi di Pavia e nelle edicole di tutta la provincia da venerdì 20 novembre, il titolo della copertina è "Benvenuto Vescovo Corrado. Mons. Corrado Sanguineti è il nuovo Vescovo di Pavia. L'ordinazione episcopale sabato 9 gennaio a Chiavari; l'ingresso solenne in Diocesi domenica 24 gennaio. 'Cercherò di essere un pastore vicino alla gente' ". Alla nomina del nuovo vescovo di Pavia, sono dedicate cinque pagine all'interno del settimanale.
Dalla prima pagina parte l'editoriale di Riccardo Rovati (presidente delle Acli di Pavia) dal titolo "La risposta agli attentati di Parigi". E sempre dalla prima pagina parte il commento di mons. Andrea Migliavacca, rettore del Seminario e vescovo eletto di San Miniato, dal titolo "Buona strada!".
"La riforma della sanità lombarda secondo Roberto Maroni": il governatore l'ha presentata ai dirigenti dell'Asl di Pavia. 
"Il Teatro Volta è conciato male": la sala dedicata al regista pavese è in stato di abbandono.
"Chiusa la Sala dell'Annunciata di Pavia": uno degli ambienti più frequentati per le riunioni, "off limits" per manutenzioni.
Una serata benefica in ricordo di Valentina Torriani: tanti artisti pavesi domenica 22 novembre al Teatro Don Bosco di Pavia.
Mino Milani presenta l'ultima inchiesta del commissario Ferrari: "Storia ingrata" è il titolo del libro di San Siro dello scrittore pavese.
"Amicizie interrotte": Cesare Beretta racconta nel suo libro la tragedia della guerra nel Pavese.
La Madonna di Loreto a Santa Cristina con il pellegrinaggio dell'Unitalsi.
Completano questo numero de "il Ticino" altre notizie dalle comunità parrocchiali della diocesi di Pavia, la cronaca, gli appuntamenti e la pagina delle rubriche. 


Una decina di anni fa in Spagna suscitò clamore e indignazione il caso di Enric Marco "un ottuagenario di Barcellona che per quasi tre decenni si era fatto passare per deportato dalla Germania hitleriana e per sopravvissuto ai campi nazisti". Grazie al tenace e paziente lavoro di uno storico, Benito Bermejo, si scoprì che Marco (autodidatta, meccanico di professione, antifranchista legato al movimento anarchico, leader sindacale e membro di diverse associazioni) "non era mai stato nei Lager": si era inventato tutto e gran parte del "suo passato accuratamente costruito non esisteva e si basava su menzogne". Il fatto ebbe risonanza mediatica mondiale. Il premio Nobel Mario Vargas Llosa scrisse al riguardo che "per perpetuare una farsa di questa portata non basta avere pochi scrupoli, bisogna essere un genio, un affabulatore eccezionale, un esimio istrione", manifestando - "assieme alla ripugnanza morale e politica" suscitata dal personaggio - "una certa ammirazione da romanziere per la sua prodigiosa abilità affabulatrice e il suo potere di persuasione, all'altezza dei più grandi autori della storia della letteratura". Lo scrittore spagnolo Javier Cercas, autore già di due bei libri sulla storia del suo paese (Soldati di Salamina e Anatomia di un istante), ricostruisce ne L'impostore la «vera» biografia "dell'uomo che imbrogliò tutti". Nella prima parte, prima di narrare le vicende del protagonista dalla nascita (1921) fino al suo ritorno dalla Germania (1945), lo scrittore spiega in che modo e per quali ragioni ha deciso di scrivere "un romanzo senza finizione o un racconto reale, privo di invenzione o di fantasia": il protagonista "aveva già raccontato abbastanza bugie e che quindi non si poteva più arrivare alla sua verità attraverso la finzione, ma soltanto attraverso la verità". Ripercorrendo prima i fatti inventati da Marco ("fuggito clandestinamente in Francia alla fine della guerra civile, era stato arrestato a Marsiglia dalla polizia di Pétain e poi consegnato alla Gestapo, era stato deportato in Germania e confinato nel campo di Flossenbürg") e mettendoli poi a confronto con quelli veri ("era andato sì in Germania ma come lavoratore volontario nel quadro di un accordo fra Hitler e Franco, e aveva, sì, passato qualche mese in carcere, ma in una comune prigione di Kiel"), Cercas afferma che Enric Marco "non aveva ingannato, non era un commediante né un impostore come dicevano di lui; semplicemente aveva alterato un po' i fatti: tutto ciò che aveva raccontato sull'orrore dei nazisti era documentato e non era falso" e "tutto ciò che aveva raccontato su di sé era vero, anche se aveva cambiato lo scenario". Lo scrittore spagnolo ricostruisce poi il periodo trascorso in Spagna da Marco dopo il ritorno dalla Germania (leader del sindacato anarchico spagnolo CNT, dirigente di un'organizzazione progressista che riuniva la maggior parte delle associazioni di genitori delle scuole pubbliche della Catalogna) e come abilmente sviluppò "il suo talento supremo per comparire nelle fotografie" rimanendo contagiato dalla "sindrome narcisistica che lo perseguiterà tutta la vita" e dalla mediopatia, "la dipendenza dal comparire sui mezzi di comunicazione". In questa parte spicca il paragone che Javier Cercas fa tra Marco e don Chisciotte definendoli "bugiardi che non si accontentarono del grigiore della loro vita reale e s'inventarono e vissero un'eroica vita fittizia". Ne Il volo di Icaro l'autore si sofferma sugli stratagemmi e i retroscena con i quali l'ex deportato "mentiva sul suo passato, o almeno lo abbelliva e lo truccava, mescolando menzogna e verità" e di come reinventando la sua vita da cima a fondo "si era dotato di una storia personale di resistente antifranchista, aveva cambiato nome, donna, casa, città e quasi mestiere". Scrive Cercas: "Marco decise di farsi passare per un deportato di Flossenbürg perché non resistette alla tentazione di aggiungere un nuovo curriculum da eroe antifascista che stava costruendo da anni" e con l'abituale perizia riuscì a mescolare bene "il suo passato reale con il suo passato fittizio". Dopo aver dato conto in che modo Marco si trasformò "definitivamente in un eroe civile e in un campione della cosiddetta memoria storica", lo scrittore ripercorre le fasi che precedettero e seguirono lo scoppiò dello scandalo (2005) che lo travolse e come in "quelle giornate esplosive egli riuscì a comparire nella foto molto più di quanto avesse mai immaginato". Nell'epilogo oltre alle riflessioni su Enric Marco, Javier Cercas dedica un omaggio a Benito Bermejo affermando che "è uno di quegli uomini che fanno il loro lavoro in silenzio, con modestia, probità e testardaggine, una di quelle persone alle quali, giunto il momento decisivo, il senso del dovere infonde abbondanza di coraggio da dire No". La lettura de L'impostore porta in dote molte cose buone. Ne citiamo due: mette in guardia su "quanto sia sottile la frontiera tra vita e finzione" e dimostra che il compito della buona letteratura e dei bravi scrittori non è assolvere o condannare, ma far capire.

Javier Cercas
L'impostore
Guanda. Pagine 416. Euro 20,00

Nessun commento:

Posta un commento